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Il Professore e il sostegno per i disabili

di Marisa Melis

QUOTIDIANO SARDEGNA del 12 marzo 2013

Oggi sono incappata in una notizia bizzarra.

All’università di Bologna Prof. Andrea Canevaro, in un incontro con tanti esponenti di pedagogia speciale, asserisce che gli studenti disabili sono visti dai compagni di classe come dei privilegiati.

La spiegazione?

Certi ragazzi disabili usano tecnologia informatiche per svolgere il programma scolastico e ciò, farebbe insorgere nei ragazzi “normo” il pensiero che i primi possano essere “privilegiati”, perciò li isolano.

La trovata? Per non correre il rischio di isolarli serve “un sostegno di prossimità”.

Cioè? Non più una figura appiccicata al disabile (ins.sostegno) ma tante in prossimità del ragazzo.

Ma per cortesia...A volte penso che la gente viva su Marte.

Secondo quel ragionamento stiamo sottovalutando gran parte degli studenti “normo”.

Penso che nessuno può provare gelosia se un’altro studente usa un tablet per comunicare anziché farlo con i normali mezzi a lui preclusi. Intanto è già una notizia apprendere “se” la scuola è dotata di questi “ausili”, perché a volte vengono forniti dalla famiglia dei ragazzi.

Ancora leggo che è un male che il sostegno sia “appiccicato” allo studente, cosa molto improbabile visto che ogni anno centinaia di persone devono fare ricorso al Tar per ottenere il giusto apporto d’ore di sostegno “da affiancare” agli studenti. Nelle scuole superiori il massimo di sostegno sono 18 ore (insufficienti) contro le 32/34 di lezione.

Dunque il prof. caldeggia che sia principalmente l’insegnante curricolare a seguire “anche” i disabili? Ma in “prossimità” altre figure (?) Assurdo pensare che possa farcela un curriculare, ma ecco spuntare un Tutor che dovrebbe coadiuvare il tutto.

Penso che si aprirà una scuola di preparazione di Tutor, così si sfornano queste figure. Chissà chi aprirà questa scuola, magari qualcuno ha già i requisiti per farlo? Penso di sì.

E gli insegnanti di sostegno? Spariscono?

Se proprio si vuole aiutare i disabili, si devono solo mettere in atto tutti gli accorgimenti che sono contenuti in un’unica e “vera” legge, ossia la legge 104/92. Lì si trova il vangelo scolastico, non serve altro. Continuare a sfornare circolari e “invenzioni” per aiutare i disabili (?) pare sia diventato uno sport nazionale, che avalla “solo” i progetti pazzerelli di imprenditori scolastici. Speriamo che siano fermati sulla via di Roma.

Una domanda sorge spontanea.

Mi chiedevo dove sono le grandi Associazioni che devono tutelare i disabili?

Il loro silenzio è assordante.

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